Un confronto tra film: la narrazione dell’Olocausto

Sceneggiatura pessima, regia orribile ed una recitazione da pubblicità Kinder, questo è “Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma”, sicuramente più coinvolgente però del secondo: “Il figlio di Saul”.
Le riprese e le inquadrature nel primo film sono sicuramente più banali e meno ricercate rispetto al secondo, quest’ultimo caratterizzato però da una grande lentezza.
Il film cielo stellato è intriso da una superficialità e una leggerezza che non rende giustizia agli orrori della seconda guerra mondiale, nell’altro, invece, il regista ci proietta con crudezza nella vita nei campi di concentramento mostrando i corpi delle vittime e dei bambini uccisi nelle camere a gas.
Un Cielo stellato sopra il Ghetto di Roma si dimostra il classico film televisivo adatto a un pubblico di giovani e a chi ama dei film leggeri e colmi di scelte narrative sbagliate. Il film utilizza la Shoah solo come una storiella secondaria per raccontare invece l’amore di due adolescenti che segue il filone di Romeo e Giulietta. Il secondo film, dal canto suo, è un pugno nello stomaco che veicola perfettamente il messaggio che la violenza nazista non aveva nessun senso e le atrocità commesse in quel periodo storico non trovano giustificazioni possibili. Il messaggio de Il figlio di Saul arriva ancora più forte sapendo che i fatti narrati sono realmente accaduti e che, come detto da Primo Levi: “Aver concepito ed organizzato i Sonderkommandos è stato il delitto più demoniaco del nazionalsocialismo”.
È difficile creare un film brutto sull’Olocauso, ma Giulio Base, regista del primo film, ci è riuscito perfettamente, a differenza di Nemes che ha creato un capolavoro.

Luca Berilli, Stefano Di Carlo, Francesco Di Pietro, Benedetta Giansante, Luca Micaletti, Leonardo Valentini.

Leonardo Valentini        https://www.spreaker.com/episode/48534876

2 Risposte a “Un confronto tra film: la narrazione dell’Olocausto”

  1. Mi trovo in accordo sul definire “Il figlio di Saul” un capolavoro, sia dal punto di vista narrativo che scenografico. Trovo invece sbagliato descrivere il film “Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma” leggero in quanto il tema trattato all’interno di esso è tutt’altro che superficiale. Della stessa tragica storia, non esiste un solo punto di vista, e apprezzo lo sforzo di uscire dal solito concetto di film sull’Olocausto raffigurato attraverso immagini crude e violente. Far questo significa non rendere giustizia alle milioni di vite piegate ben prima di arrivare in un abominevole campo di sterminio.
    Mi piacerebbe anche commentare la velocità narrativa del secondo film, che più che lenta, risulta essere singhiozzante, pur rimanendo dinamico. In questo rivedo la tensione che si sperimentava in un luogo del genere.

  2. Il film “Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma” è sicuramente un film molto più leggero rispetto a “Il figlio di Saul”, però è destinato ad un pubblico più giovane e di conseguenza più suscettibile a immagini forti come quelle delle persecuzioni degli ebrei da parte dei nazisti.
    Il film di Giulio Base nella sua semplicità è capace di descrivere le atrocità commesse dai Tedeschi attraverso un racconto giallo costellato da colpi di scena e emozioni quali l’amore, l’amicizia e la famiglia a mantenere incollato allo schermo le generazioni più giovani.
    Riguardo alle riprese peccano sicuramente, ma l’intero film si incentra sulla qualità della stria e delle sue faccettature, infondo se si incentrasse sugli effetti speciali, sarebbe un film spazzatura della Marvel.
    non credete? 😉

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