Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma: recensione

La normale vita adolescenziale di Sofia e della sua migliore amica Valentina è turbata dalla scoperta di una lettera e di una misteriosa foto risalente agli anni ’40. Le due ragazze vogliono scoprire a chi appartiene la toccante testimonianza e si mettono alla ricerca della verità. Fu così che incontrarono dei ragazzi ebrei decisi ad aiutarli nell’impresa. Per svelare il mistero dietro quella foto. Sofia supportata dalla sua amorevole nonna e dalla sua nuova amica, intraprenderà un’avventura attraverso ricordi indimenticabili del passato, come la retata nel ghetto di Roma e grazie alle dolorose memorie di un anziana suora, troveranno nuova speranza dopo tanto orrore. Con la giusta leggerezza, il film racconta tre storie distinte destinate ad intrecciarsi: la storia di Sofia  un’adolescente di buona famiglia  in perenne conflitto con la madre; La storia di Suor Lucia , che in giovane età perse il suo amore a causa della persecuzione degli ebrei; la piccola Sara, raffigurata nella foto, ha dato vita alla storia ed è stata salvata dal suo destino condannato molti anni fa. I tre aspetti si intrecciano e non entrano mai in conflitto, regalando al pubblico un film nitido. Stiamo assistendo a un evento tragico nel suo contesto storico che però trasmette ad un pubblico giovane più che un messaggio di fratellanza, invita le persone ad agire, a ritrovare le proprie radici e a superare le barriere culturali che sono sempre esistite anche in essa si verifica frequentemente anche nella società moderna anni dopo la fine della guerra e il raggiungimento della libertà individuale. È nel suo messaggio che ritroviamo l’elemento più forte del film creando una narrazione semplice e unica storia al fine di scuotere chi lo guarda. Se non fosse per la Suora la piccola non sarebbe più esistita ma allo stesso tempo nella Suora, devastata dalla perdita dell’amato e della bambina rintracciamo quel senso di amore totale ormai perduto fino a quando nel finale della storia si verrà a scoprire che la nonna di Sofia è in realtà la bambina della lettera che aveva cancellato i suoi traumi infantili dalla testa, il film si conclude con Sofia che decide di diventare ebrea e inizia a frequentare il liceo ebreo così da poter stare con il ragazzo  di cui è innamorata proprio come Suor Lucia che ormai all’ età di oltre 90 anni ha potuto riabbracciare la sua Sara.