Breakfast Club – Micolucci e Moretti

Breakfast Club è un film diretto da John Hughes che è subito diventato uno dei maggiori rappresentanti della commedia anni Ottanta, diretto ad una fascia d’età che comprende gli adolescenti, i quali sono i protagonisti della storia. La struttura del film implica che a raccontare la storia siano i protagonisti tramite monologhi, spezzati da conversazioni e sketch. La staticità di Breakfast Club, ambientato interamente nella biblioteca (salvo alcune scene, tipo quelle nei corridoi), viene spezzata da sottofondi musicali appositamente scelti per il momento, ovvero tematiche legate alla diversità, alla crescita, alla ricerca di se stessi e alla realtà oltre la scuola.

Cinque sedicenni di Chicago totalmente diversi tra loro finiscono rinchiusi un intero sabato nella biblioteca della scuola con il compito di dover comporre un tema, metodo del sistema scolastico americano di quei tempi di imporre una punizione. Ognuno appartiene a determinate e differenti categorie della piramide sociale delle scuole di quegli anni, ed anche il monologo iniziale afferma che si sta trattando di un atleta, una principessa, un genio, un’handicappata ed un criminale. Breakfast Club punta molto sull’inquadratura dei volti dei ragazzi per trasmettere emotività allo spettatore e comunicare tutta la vergogna che i personaggi provano riguardo ai loro problemi personali.

Un personaggio fondamentale nel film è sicuramente il preside Vernon, altezzoso e pieno d’astio nei confronti degli alunni giudicati per il loro aspetto, che lo guidano al pregiudizio ed alla discriminazione di alcuni di essi, rappresentanti non solo di luoghi comuni e stereotipi ma anche di determinate patologie frequenti negli adolescenti.

Uno dei cinque protagonisti che fa più scalpore è John Bender, immediatamente considerato come un criminale agli occhi del preside per i suoi atteggiamenti ribelli causati da una cattiva situazione famigliare per via degli abusi del padre. Subito suscita un senso d’arroganza, impulsività bilanciato da una forte emotività che però viene repressa. Bender ha sintomi legati al disturbo di personalità borderline dimostrati dalla sua instabilità con le relazioni. Perennemente in punizione per via dei suoi atteggiamenti strafottenti nei confronti del preside, è quello che si comporta da bulletto con gli altri che, invece, sono lì per la prima volta.

Tra le più particolari c’è poi Allison, che per via dei suoi stranissimi atteggiamenti appare come un’handicappata, e ha molti sintomi legati all’ansia sociale. Cleptomane e, in alcuni sensi, schizofrenica, arriva ad inventare bugie e a comportarsi in maniera inappropriata appositamente per impressionare chi le sta attorno e, per farlo, è venuta a scuola di sabato durante la punizione esclusivamente per intrattenersi, non avendo altri amici.

Claire è considerata la principessa, una ragazza proveniente da un alto ceto sociale che, divenendo popolare, ha costante bisogno di attenzioni ed ammirazione. È convinta che l’intera scuola la ami, ed è vicina ad un disturbo morboso di narcisismo, che la costringe ad allontanare persone socialmente più in basso a lei.

L’atleta è Andrew, soprannominato Sporty per la sua partecipazione alla squadra di football della scuola. È molto popolare e più volte viene ripetuto che il suo problema sia di non riuscire a pensare da solo, ed infatti il senso di gruppo lo spinge a fare cose impensabili, motivo per il quale si trova nella biblioteca con gli altri. Soffre d’ansia sia per l’incapacità di gestire la situazione con la popolarità, sia per via di suo padre che lo costruisce come il figlio perfetto e lo obbliga a fare cose che non vorrebbe.

Brian è, ironicamente, l’acronimo di brain che, in inglese, vuol dire cervello. Per il suo abbigliamento classico ed elegante ed i suoi modi di fare impacciati, quasi estranei ai gesti che ad altri adolescenti sembrerebbero normali, viene visto come il genio. È un personaggio complesso e profondo che soffre di una grave depressione che lo ha spinto a provare a suicidarsi con una pistola, successivamente trovata dalla facoltà scolastica nel suo armadietto, e quindi in punizione. Ha una bassissima autostima di sé stesso ed ha il solo desiderio di sentirsi all’altezza. È colui che scrive il tema posto da Vernon, concludendo il monologo a inizio film, riprendendo le stesse parole dicendo: “non siamo solo un atleta, una principessa, un genio, un’handicappata ed un criminale.”

Questo lascia intendere che i protagonisti abbiano capito, passando del tempo assieme, la diversità ed i problemi di ciascuno oltre gli stereotipi. La maturità è una conquista che rende i ragazzi privi di empatia, la sua contrapposizione con una immaturità dolente ma vitale è il fulcro di ogni film di John Hughes. Una citazione di Allison è quella che racchiude il senso del tema: quando uno cresce, il suo cuore muore.

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