Due film a confronto

RECENSIONE E CONFRONTO:

“Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma” e “Il figlio di Saul”.

Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma è un film del 2020, diretto da Giulio Base, con Giulio Base e Domenico Fortunato. E’ ambientato a Roma e dura 102 minuti. Distribuito da Rai.
ll figlio di Saul (Saul fia) è un film del 2015 diretto da László Nemes. Ha vinto numerosi premi e titoli

Un Cielo stellato sopra il Ghetto di Roma parla di un gruppo di liceali alla riscoperta di una storia ormai sepolta sotto anni di storia
Il figlio di Saul racconta di un ebreo ungherese deportato ad Auschwitz-Birkenau. Reclutato come Sonderkommando, Saul è costretto ad assistere allo sterminio della sua gente che ‘accompagna’ nell’ultimo viaggio.
Un Cielo stellato sopra il ghetto di Roma è in grado di donare, a un pubblico composto per la maggior parte da giovani, un messaggio di fratellanza che invita l’uomo ad agire, a ricercare le proprie radici. L’intento è quello di abbattere la barriere culturali che sono sempre e costantemente presenti all’interno della società moderna anche dopo svariati anni dalla fine della guerra e nonostante l’ottenimento delle libertà individuali. Proprio nel suo messaggio troviamo l’elemento di maggior forza di Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma che ha il pregio di raggiungere pienamente il suo target di pubblico, ovvero quello familiare e di giovani adolescenti. Il film ha riprodotto una storia narrativamente semplice al fine di mandare un messaggio forte e chiaro agli spettatori riuscendo a scuoterli per stimolare qualche riflessione interessante.
Al contrario nel film Il figlio di Saul si racconta la Shoah dalla prospettiva di un ebreo divenuto, suo malgrado, alleato del carnefice, è una operazione di sevizia che aggrava la tensione emotiva della narrazione. Questi ebrei sono costretti ad una lotta individuale per la sopravvivenza, ad un logaritmico Homo homini lupus, a trascinare altri ebrei nelle camere a gas per poi saccheggiarne gli averi, per rimuovere i corpi, ammassarli. La violenza psicologica operata sulla mente non può che sortire un terribile cortocircuito, un black out totale. La perdita dell’umanità. L’effetto claustrofobico della narrazione, già forte di suo, è unito a delle riprese che rendono sfocato tutto ciò che accade intorno a Saul.
La prospettiva di Saul è apparentemente soggettiva e sono estremamente importanti i rumori di sottofondo che mettono volutamente angoscia nello spettatore, né più e né meno delle immagini che li accompagnano.
Super premiato a Cannes, il lavoro di Laszlo Nemers non si concentra solo sull’Olocausto ma serve a ricordare a tutti noi quanto sia facile per l’uomo perdere la sua umanità.
Per tutto il film, il regista mostra, con una crudezza mai vista prima, la vita nei campi di concentramento. I corpi delle vittime sono per i tedeschi solo “Stück”, ovvero ‘pezzi’. Il campo è organizzato con la precisione e il rigore.
Un rigore che non ritroviamo in  Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma in cui  vengono usate tecniche narrative molto più semplici e basilari anche a causa dell’inesperienza del regista. Insomma, nella sua interezza il film italiano basa tutto il suo significato sulle differenze religiose attuali e sul ricordo al passato che sta ormai scomparendo. Sembrerà strano ma questa  semplicità ci spinge a preferire  Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma rispetto a Il Figlio di Saul anche se quest’ultimo è stato realizzato con tecniche narrative e di ripresa migliori ed  è composto da una trama  molto intrigante e avvolgente in quanto vuole rappresentare non solo le vicende di quel periodo buio di violenza e morte ma anche come lo ricordiamo noi oggi.

Podcast a cura di Giammarco Di Giosia: https://www.spreaker.com/user/16137947/2-film-a-confronto

 

Realizzato da :

Vittorio Iacovoni, Giammarco Di Giosia, Luca Scarafoni, Tommaso Di Remigio, Melissa Giansante, Federico Di Liberatore